La Politica liquida

La modernità è la convinzione che il cambiamento è l'unica cosa permanente e che l'incertezza è l'unica certezza, diceva Zygmunt Bauman quando aveva elaborato il concetto di modernità. Così nella società liquida di Bauman, l'individualismo sfrenato prevale sul concetto di comunità, ed i vari protagonisti diventano antagonisti, con lo scopo prevalente di apparire, nel vano tentativo consumistico, di favorire un utopistico cambiamento in cui l'insicurezza e l'unica evidenza. Il consumismo porta al possesso di oggetti e al soddisfacimento di bisogni, dove l'appagamento è solo transitorio e rende gli oggetti e i bisogni subito superati, al punto che la necessità di soddisfare altri bisogni ed impossessarsi di altri oggetti, entra in un giro vorticoso senza fine. In questi giorni stiamo assistendo alla liquida dissoluzione della politica, così scriveva in un post un caro amico: "Un partito politico è un'associazione tra persone accomunate da una medesima finalità politica ovvero da una comune visione su questioni fondamentali della gestione dello Stato e della società o anche solo su temi specifici e particolari." Oggi i partiti politici non sono più associazioni tra persone accomunate da un ideale, sono realtà guidate e manipolate da piattaforme web dai nomi altisonanti; insieme poliedrico di parti l'una contrapposta all'altra che nulla avendo a che vedere con le correnti di antica memoria, si mostrano come un' insieme disomogeneo di visioni politiche contrastanti e litigiose; improponibili coalizioni di partiti che confondono il criterio proporzionalistico con quello maggioritario; micro aggregazioni alla ricerca di un protagonismo senza fine. Ed in questo caotico circo equestre, la politica, più liquefatta che liquida, nel tentativo di restare a galla, risuscita fallimentari formule del passato, ripristinando improponibili forni alternativi o elaborando nuove formule bizzarre, dove i contratti sostituiscono le alleanze. Il caro amico rifletteva sul fatto che la nostra generazione (anno più, anno meno) è stata l'unica, dal dopoguerra in poi, a credere in qualcosa. Ovviamente non tutti la pensavamo alla stessa maniera ma l'obiettivo comune, la meta da raggiungere, era una sicura via di sviluppo economico, di rinnovamento sociale e di progresso democratico. E si chiedeva sconsolato in cosa abbiamo sbagliato. La verità è che siamo stati risucchiati da un vuoto esistenziale globale, che ha sostituito l'umanità delle persone con l'economia di mercato e l'etica dei valori con un relativismo libertario, in barba al tanto decantato bene comune. Così gli ideali hanno perso il loro significato e con loro anche noi abbiamo smarrito il senso politico della vita, incapaci di reagire siamo vinti e nulla più.
