Dal cortocircuito emozionale al qui e ora

25.09.2018

Quando si attraversa un periodo di crisi, di vuoto esistenziale, ci sentiamo intorpiditi, ripiegati su noi stessi, poco inclini a metterci in gioco, prigionieri dei nostri esasperati ragionamenti; i nostri entusiasmi si sono spenti, ci siamo appiattiti nel nostro tran tran quotidiano, schiacciati dalle delusioni, dai fallimenti, dai lutti, dalle disavventure, dagli sbandamenti, dalle insoddisfazioni, e abbiamo deciso di non reagire, tiriamo tutti a campare.

In queste circostanze è molto importante risvegliare la parte più profonda di noi, quella meno razionale, per accedere al nostro inconscio.
Quando le nostre vite sono sclerotizzate dai conflitti e dalle frustrazioni esistenziali in cui ci dibattiamo; siamo tormentati dal proiettarci nel passato, origine dei nostri disagi, e nel futuro, carico di ansie e preoccupazioni, diventiamo incapaci di vivere appieno il nostro presente.
Viviamo razionalmente immersi in queste domande contrastanti, dimentichiamo chi siamo e precipitiamo, progressivamente, verso una perdita di senso e di significato che ci rende inadatti a sopportare e a dare valore alla nostra sofferenza.
In queste circostanze, il disagio è espressione di un mal funzionamento dell'equilibrio tra la parte razionale e quella inconscia per cui non riusciamo a vivere un presente fatto di emozioni e vissuti di prevalente appannaggio della nostra parte inconsapevole. Per questo è necessario che il nostro inconscio sia risvegliato e per farlo non è possibile usare un linguaggio logico e analitico, bisogna, piuttosto, riuscire a sollecitare le sensibilità e le emozioni di ciascuno di noi.
Le emozioni si accompagnano a reazioni psicofisiche che si attivano all'interno del corpo e della mente dell'individuo mentre accoglie, elabora e reagisce alla moltitudine di eventi e situazioni in cui quotidianamente è immerso. Il che vuol dire, che nella gestione delle emozioni, le quali si palesano attraverso reazioni psicofisiche, sono coinvolti i due emisferi cerebrali: il sinistro, logico-analitico, e il destro, immaginativo; il primo, sede della coscienza razionale, il secondo, "casa" dell'inconscio.
Le connessioni tra queste strutture rendono possibile le finezze e la complessità della vita di relazione, per cui, quando il funzionamento dell'equilibrio tra la nostra sfera conscia e quella inconscia è compromesso emergono disagio e sofferenza. Questo mal funzionamento, non dipende solo da un'inefficiente comunicazione tra i due emisferi, ma anche, e principalmente, dalla competizione che si viene a creare tra il cervello cognitivo - razionale e immaginativo, di competenza dei due emisferi, e quello emotivo, gestito da una nobile parte del cervello, il sistema limbico.
Quando essi cooperano, il nostro rapporto con gli altri e con il mondo è ottimale: il cervello limbico emotivo ci fa capire cosa vogliamo vivere, quello cognitivo come vogliamo vivere, l'integrazione tra essi ci mette nella consapevole condizione di capire chi siamo, dove siamo e cosa vogliamo fare, dando significato alla nostra vita. Cosicché quando siamo particolarmente vulnerabili, perché invischiati in una crisi esistenziale, viviamo proiettati nel passato, prigionieri di ricordi negativi, di precedenti fallimenti, di ciò che è andato storto, dei nostri traumi emotivi.
Restiamo con le emozioni troppo "scoperte" perché il cervello emotivo limbico prende il sopravvento su quello cognitivo, e così perdiamo il controllo del regolare flusso dei nostri pensieri, restando paralizzati, incapaci di agire. Contestualmente, ci proiettiamo nello sconforto ansioso per un futuro incerto e imprevedibile a causa della prevalenza del sistema limbico su quello emisferico.
Può anche accadere che, nelle stesse condizioni di vulnerabilità, nel tentativo di controllare le emozioni, facciamo prevalere il cervello emisferico cognitivo su quello emozionale limbico, soffocandolo.
Sia nell'ingorgo emozionale sia nel soffocamento cognitivo, precipitiamo in una paralisi esistenziale, perdiamo l'opportunità di cogliere le sfumature positive del qui e ora, non cogliamo l'attimo fuggente, stiamo male e pensiamo di non essere capaci di trovare una via d'uscita.
Non viviamo le emozioni per quello che esse sono e rappresentano e finiamo così con il rimanere attanagliati dalla paura, diventiamo ansiosi e impazienti, annegati nel rimpianto, in preda ai sensi di colpa, pieni di rabbia, frustrati e stressati.
In realtà, le emozioni sono una miscela di numerosi ingredienti che riguardano corpo, mente e spirito, cosicché, quando le emozioni sono messe in gioco da fattori esterni, siano esse la musica, le immagini mentali, le metafore, il cibo, il rilassamento, si liberano in ciascuno di noi risposte affettive, cognitive e comportamentali capaci di permettere la messa in moto dei nostri sentimenti e di convogliarli in azioni finalizzate.
Di fatto le emozioni sollecitano i cinque sensi e fanno si che le energie razionali, che ci appesantiscono emotivamente, siano disinvestite e canalizzate verso motivazione e passione, favorendo, così, risposte creative e innovative.
Grazie a questo coinvolgimento fisico e mentale, si accede più facilmente alle risorse emotive ed è possibile favorire l'apprendimento di nuove esperienze capaci di lasciare in noi profonde tracce di cambiamento.
È indispensabile però, trovarsi in una condizione di disponibilità interiore in cui la razionalità è momentaneamente sospesa e questa sospensione della realtà può avvenire solo se si riesce a eludere la tendenza, innata in ciascuno di noi, di volgerci indietro pensando al nostalgico passato o a proiettarci in avanti nell'incertezza del futuro.
Per questo vivendo il qui e ora si ha l'opportunità di sospendere il tempo e di annullare le distanze, al punto che tutti i sensi sono coinvolti in sensazioni ed emozioni capaci di dare felicità e benessere e di trasmettere amicizia e appagamento.
Grande insegnamento quello di vivere il presente, sospendendo il tempo e annullando le distanze, bisognerebbe imparare a vivere nel qui e ora, in una sensazione di assoluta quiete interiore così da vivere consapevolmente ogni istante della nostra vita in modo amplificato e intenso. Noi, invece, spesso vaghiamo nel tempo, viviamo tra i fallimenti del passato e le angosce del futuro, la nostra mente non trova mai quiete ed è alla continua ricerca di evasione. Solo nel qui e ora è possibile rendersi disponibili a vivere nuovi arrivi e non vecchie attese.

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